Ho letto con interesse l'iniziativa di #100days of happyness.
ma quello che non capisco è perchè happyness?
dalla presentazione del progetto:
"Viviamo in un'epoca in cui avere un'agenda piena è diventato qualcosa di cui vantarsi. mentre la vita diventa sempre più frenetica, abbiamo sempre meno tempo per approfittare del momento presente. Per ogni essere umano, La capacità di apprezzare se stessi nel momento e nell'ambiente circostante in cui ci si trova è il primo passo per raggiungere uno stato di felicità duratura."
"smoke" è un film che tanto mi ha colpito da tornarmi in mente spesso, e in circostanze disparate.
anche lì c'è qualcuno che fa foto, ma ogni giorno alla stessa ora e con premesse lontane dallo stato di felicità duratura.
stato che interessa poco anche me, a dire il vero.
e così, un po' perché è l'anno dei 40 e qualcosa dovrà pur dire essere se va bene a metà della mia vita, un po' perché non mi sembra di far altro che lavorare e a stento infilare altro (a cui tengo di più del lavoro, giuro) da troppo tempo, accetto la sfida a modo mio (te pareva).
a chi interessa, ma soprattutto per me e la mia memoria traballante che mette sempre tutto insieme e non fissa nulla di preciso - date, numeri, ricorrenze - 100 giorni, 100 foto o post arriveranno.
inizio oggi.
ma non felicità sempre, non per forza, please.
spazio aperto (dis)organizzato
moglie e mamma, con un lavoro e qualche passione
domenica 2 marzo 2014
giovedì 29 agosto 2013
Io e il cambiamento - parte prima
Sul cambiamento ne hanno dette e scritte tantissime.
Queste sono quelle che mi piacciono di più:
Se si vuole davvero cambiare qualcosa, bisogna cominciare a cambiare sé stessi, andare contro sé stessi fino in fondo. Il massimo impegno civile è l'auto-contestazione.
Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati.
Quello che vi posso dire dalla mia esperienza degli ultimi mesi è che il cambiamento è faticoso, ti rimette in gioco, allenta e mina il tuo andare avanti "con il pilota automatico" il che, a volte, può essere devastante.
Per contro, ti rende più consapevole di te e di come ti percepiscono quando ti guardano con occhi nuovi e curiosi.
Un po' come guardo io i miei figli ogni mese, con le loro nuove conquiste e i loro, questa volta, di cambiamenti.
Queste sono quelle che mi piacciono di più:
Se si vuole davvero cambiare qualcosa, bisogna cominciare a cambiare sé stessi, andare contro sé stessi fino in fondo. Il massimo impegno civile è l'auto-contestazione.
Carmelo Bene, su L'Europeo, 1968
Fra imbecilli che vogliono cambiare tutto e mascalzoni che non vogliono cambiare niente, com'è difficile scegliere!
Gesualdo Bufalino, Il malpensante, 1987
Il fanatico è uno che non può cambiare idea e non vuole cambiare argomento.
Winston Churchill
Tutti siamo liberi di cambiare se siamo disposti a peggiorare la nostra condizione.
Ascanio Celestini, Lotta di classe, 2009
Niente come tornare in un luogo rimasto immutato ci fa scoprire quanto siamo cambiati.
Nelson Mandela, Lungo cammino verso la libertà, 1995
Non dubitate che un piccolo gruppo di cittadini coscienti e risoluti possa cambiare il mondo. In realtà è l'unico modo in cui è sempre successo.
Margaret Mead
Quello che vi posso dire dalla mia esperienza degli ultimi mesi è che il cambiamento è faticoso, ti rimette in gioco, allenta e mina il tuo andare avanti "con il pilota automatico" il che, a volte, può essere devastante.
Per contro, ti rende più consapevole di te e di come ti percepiscono quando ti guardano con occhi nuovi e curiosi.
Un po' come guardo io i miei figli ogni mese, con le loro nuove conquiste e i loro, questa volta, di cambiamenti.
lunedì 28 novembre 2011
Il primo giorno di scuola
Eccomi qui, finalmente, a scrivere di me e Anna il primo giorno di scuola...
Il primo giorno di scuola di tuo figlio è uno di quei giorni che segnano un “prima” e un “dopo”… almeno così è stato per me.
Già compilare bene e sinteticamente la scheda di presentazione di Anna come richiesto dalle insegnanti è stata una delle cose più difficili da scrivere ultimamente. Per fortuna il maritozzo, dopo una veloce rilettura mi ha rassicurata… ne avevo bisogno!
Le sue abitudini, carattere, regole, limiti… mettere tutto nero su bianco è faticoso e per come sono fatta è un po’ come se fossi giudicata anche io, nel terribile e meraviglioso ruolo di genitore.
Il primo giorno di scuola di tuo figlio è uno di quei giorni che segnano un “prima” e un “dopo”… almeno così è stato per me.
Già compilare bene e sinteticamente la scheda di presentazione di Anna come richiesto dalle insegnanti è stata una delle cose più difficili da scrivere ultimamente. Per fortuna il maritozzo, dopo una veloce rilettura mi ha rassicurata… ne avevo bisogno!
Le sue abitudini, carattere, regole, limiti… mettere tutto nero su bianco è faticoso e per come sono fatta è un po’ come se fossi giudicata anche io, nel terribile e meraviglioso ruolo di genitore.
Il primo giorno di scuola ho imparato che è inutile millantare tranquillità, almeno io non ci sono riuscita, complice anche il fatto che Anna è la prima figlia, che la cadorna dove va è anche stata la mia scuola… e che avevo capito di poterle evitare il grembiule, il primo giorno!
Ma mi guardo intorno e lei, già timida e impaurita di suo, è l’unica di tutti i primini (o almeno così mi sembra) senza. Il caldo e l’umido sono terribili e così, tutto sommato, mi sento meno in colpa e inadeguata. Diversi bambini sudatissimi poi lo tolgono. Olè! Il primo intoppo si risolve da solo.
Il primo giorno di scuola ho provato moltissime emozioni: l’ingresso in cortile è buffo, per fortuna: siamo tutti carichi come usciti dal supermercato - evito qui polemiche sui tagli alla nostra Scuola Pubblica – sacchetti che si rompono...
Gli zaini sono coloratissimi, è un bel colpo d'occhio, Anna mi stringe più forte la mano: dobbiamo trovare l’albero giusto... una volta trovato ci avviciniamo ai bimbi e alle mamme che conosciamo dalla scuola materna… mano nella mano.
Il primo appello è divertente, con i cognomi difficili dei bimbi stranieri e gli accenti sbagliati su quelli italiani... poi tutti per l'accoglienza in mensa grande. Finalmente la tensione si scioglie e si va in classe....
Il primo giorno di scuola ho imparato sulla mia pelle che
anche io sto crescendo e devo crescere con mia figlia e che il disegno che
abbiamo dipinto insieme e che le fa compagnia tutti i giorni appeso sul muro è
un bel segno dell’inizio di un percorso lungo di conoscenze fondamentali, fatto in compagnia di nuovi amici.
Il primo giorno di scuola, quando ho salutato Anna, mi sono commossa, perché ho rivisto in quello sguardo, per un attimo, lo sguardo della mia piccola neonata, quando ha iniziato a guardarmi, uno sguardo che lei non ricorda, ma che io e il suo papà conserviamo nel cuore e a volte, in certi sguardi, ritroviamo nei suoi occhi.
Il primo giorno di scuola ho pensato e mi sono riletta questo passaggio de il Profeta e come sempre mi ha dato la visione "dall'alto" che cercavo.
I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete sforzarvi d'essere simili a loro, ma non cercate di
renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati
come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo.
(Il Profeta di Kahlil Gibran)
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo.
(Il Profeta di Kahlil Gibran)
domenica 13 novembre 2011
Silvio B.
Cosa scrivere di questa strana domenica...
Una sensazione molto chiara dentro me e lo dico sinceramente è che nei 3336 giorni in cui lui ha governato, più di Andreotti e De Gasperi, per dire, più di chiunque altro, modo e tempo per convincermi e portarmi dalla sua lo avrebbe avuto.
Il mio presidente del consiglio, invece, non ha fatto nulla per cui io fossi fiera di lui. E non lo dico, oggi, solo con rabbia.
Voglio dire che avere un presidente che non hai votato, che pensa al futuro dell'Italia in un modo diverso dal tuo, capita, ma qui siamo andati molto molto oltre.
La corruzione, i legami con la mafia, l'agiotaggio e i favori per le sue aziende.
Il "meglio che essere gay" "obama abbronzato" "orchidea" "la villeggiatura e non i campi di concentramento" il "trovatevi un marito ricco" "nipote di mubarack" "maggiorenne" tutto questo e molto altro non è ridicolo.
E' una triste deriva culturale, politica, democratica, del linguaggio e dei comportamenti che sarà complicato (a dir poco) risanare.
La consapevolezza del Bene Comune, il futuro da disegnare, che va disegnato, per questa nazione, il senso civico, il rispetto della verità sono temi scomodi, pesanti e forse noiosi.
Ma se non ripartiamo da qui, allora siamo finiti, cerchiamo un nostalgico video di Drive in, addormentiamoci sui nostri divani e aspettiamo un'alluvione.
Una sensazione molto chiara dentro me e lo dico sinceramente è che nei 3336 giorni in cui lui ha governato, più di Andreotti e De Gasperi, per dire, più di chiunque altro, modo e tempo per convincermi e portarmi dalla sua lo avrebbe avuto.
Il mio presidente del consiglio, invece, non ha fatto nulla per cui io fossi fiera di lui. E non lo dico, oggi, solo con rabbia.
Voglio dire che avere un presidente che non hai votato, che pensa al futuro dell'Italia in un modo diverso dal tuo, capita, ma qui siamo andati molto molto oltre.
La corruzione, i legami con la mafia, l'agiotaggio e i favori per le sue aziende.
Il "meglio che essere gay" "obama abbronzato" "orchidea" "la villeggiatura e non i campi di concentramento" il "trovatevi un marito ricco" "nipote di mubarack" "maggiorenne" tutto questo e molto altro non è ridicolo.
E' una triste deriva culturale, politica, democratica, del linguaggio e dei comportamenti che sarà complicato (a dir poco) risanare.
La consapevolezza del Bene Comune, il futuro da disegnare, che va disegnato, per questa nazione, il senso civico, il rispetto della verità sono temi scomodi, pesanti e forse noiosi.
Ma se non ripartiamo da qui, allora siamo finiti, cerchiamo un nostalgico video di Drive in, addormentiamoci sui nostri divani e aspettiamo un'alluvione.
venerdì 3 settembre 2010
complicare è facile...
” Complicare è facile, semplificare è difficile. Per complicare basta aggiungere, tutto quello che si vuole: colori, forme, azioni, decorazioni, personaggi, ambienti pieni di cose.
Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.
… Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere cosa togliere…
… Togliere invece che aggiungere potrebbe essere la regola anche per la comunicazione visiva
… Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità.
… La semplificazione è il segno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte.”
Bruno Munari
Tutti sono capaci di complicare. Pochi sono capaci di semplificare.
… Per semplificare bisogna togliere, e per togliere bisogna sapere cosa togliere…
… Togliere invece che aggiungere potrebbe essere la regola anche per la comunicazione visiva
… Togliere invece che aggiungere vuol dire riconoscere l’essenza delle cose e comunicarle nella loro essenzialità.
… La semplificazione è il segno dell’intelligenza, un antico detto cinese dice: quello che non si può dire in poche parole non si può dirlo neanche in molte.”
Bruno Munari
sabato 26 settembre 2009
Sempre più in alto....
In genere sono impulsiva, ma serena e piuttosto decisa.
Il tempo mi ha insegnato anche a cercare giustificazioni razionali alle mie scelte.
E con il tempo ho imparato a trovarle.
La mia casa l'ho amata subito, un gran colpo di fulmine. Per il maritozzo non è stato così, ancora adesso lo dice spesso... ma per me i soffitti, l'altezza, l'atmosfera... l'ho subito sentita come la casa per la mia famiglia.
Ma adesso Anna è "mezzana" e Chicco ha 18 mesi, siamo sempre più davvero in quattro e la faccenda diventa complicata.
Il test su facebook dice che sono WOLFE e risolvo problemi (più spesso, diciamo che me li pongo) ... e la cameretta sta diventando un problema.
E così arriva il progetto del soppalco.
Un'occasione, un bel progetto che nasce da materiale in esposizione da un po' quindi a prezzo abbordabile per noi, nonostante l'ottima marca e qualità. una una bella idea di gestione dei 4 metri e mezzo che ci ritroviamo.
Ma il soppalco mi sembra pericoloso per i bimbi adesso.
e se Anna stesse male di notte, su e giù dalla scala...
e se Chicco non si tenesse bene alle protezioni mentre farà su e giù a vedere il letto di Anna...
e se Anna volesse fare salti sempre più arditi...
Non capisco. Forse sono io che non riesco a pensare ai prossimi anni, sono ancora io a intercettare e interpretare esigenze, che cambieranno, a prescindere da me.
Forse mi pesa pensare che quando andrò di là, in cameretta, non li vedrò bene da vicino, entrambi in basso, ma Anna sarà distante e un po' più grande.
La scelta è impegnativa, e vincolante.
La cosa certa è che la magia di sentire il loro respiro, mentre dormono sereni, quella no, non cambierà. Almeno per qualche anno ancora.
Il tempo mi ha insegnato anche a cercare giustificazioni razionali alle mie scelte.
E con il tempo ho imparato a trovarle.
La mia casa l'ho amata subito, un gran colpo di fulmine. Per il maritozzo non è stato così, ancora adesso lo dice spesso... ma per me i soffitti, l'altezza, l'atmosfera... l'ho subito sentita come la casa per la mia famiglia.
Ma adesso Anna è "mezzana" e Chicco ha 18 mesi, siamo sempre più davvero in quattro e la faccenda diventa complicata.
Il test su facebook dice che sono WOLFE e risolvo problemi (più spesso, diciamo che me li pongo) ... e la cameretta sta diventando un problema.
E così arriva il progetto del soppalco.
Un'occasione, un bel progetto che nasce da materiale in esposizione da un po' quindi a prezzo abbordabile per noi, nonostante l'ottima marca e qualità. una una bella idea di gestione dei 4 metri e mezzo che ci ritroviamo.
Ma il soppalco mi sembra pericoloso per i bimbi adesso.
e se Anna stesse male di notte, su e giù dalla scala...
e se Chicco non si tenesse bene alle protezioni mentre farà su e giù a vedere il letto di Anna...
e se Anna volesse fare salti sempre più arditi...
Non capisco. Forse sono io che non riesco a pensare ai prossimi anni, sono ancora io a intercettare e interpretare esigenze, che cambieranno, a prescindere da me.
Forse mi pesa pensare che quando andrò di là, in cameretta, non li vedrò bene da vicino, entrambi in basso, ma Anna sarà distante e un po' più grande.
La scelta è impegnativa, e vincolante.
La cosa certa è che la magia di sentire il loro respiro, mentre dormono sereni, quella no, non cambierà. Almeno per qualche anno ancora.
lunedì 20 aprile 2009
Il 25 Aprile a Melegnano
devo dire che lì per lì non ci avevo fatto molto caso. poi, complice la rassegna stampa di radio popolare, sono andata a cercarlo in giro per la città.
e l'ho trovato: eccolo qui il manifesto di questo 25 aprile all'insegna dell'amore per l'italia.
sullo stesso piano i partigiani e i repubblichini.
una frase per uno, una frase per l'altro.
chi muore per la libertà e chi ubbidisce agli ordini.
una pezza di carta per coprire l'intervento del rappresentante dell'anpi, che quando ha visto il manifesto non ne ha più voluto sapere, di parlare...
melegnano ci sta stretta, ormai da un po'.
melegnano per la prima volta nella sua storia non avrà sul palco a parlare un rappresentante dei partigiani.
c'è chi è ancora in guerra. c'è chi riscrive, vuole riscrivere la storia.
melegnano è la mia città, però e io ci vado, alla manifestazione. con i miei figli e con mille fischietti.
e mio marito, giuro, fa dei fischi da paura.
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