lunedì 28 novembre 2011

Il primo giorno di scuola


Eccomi qui, finalmente, a scrivere di me e Anna il primo giorno di scuola... 
Il primo giorno di scuola di tuo figlio è uno di quei giorni che segnano un “prima” e un “dopo”… almeno così è stato per me.
Già compilare bene e sinteticamente la scheda di presentazione di Anna come richiesto dalle insegnanti è stata una delle cose più difficili da scrivere ultimamente. Per fortuna il maritozzo, dopo una veloce rilettura mi ha rassicurata… ne avevo bisogno!
Le sue abitudini, carattere, regole, limiti… mettere tutto nero su bianco è faticoso e per come sono fatta è un po’ come se fossi giudicata anche io, nel terribile e meraviglioso ruolo di genitore.

Il primo giorno di scuola ho imparato che è inutile millantare tranquillità, almeno io non ci sono riuscita, complice anche il fatto che Anna è la prima figlia, che la cadorna dove va è anche stata la mia scuola… e che avevo capito di poterle evitare il grembiule, il primo giorno!
Ma mi guardo intorno e lei, già timida e impaurita di suo, è l’unica di tutti i primini (o almeno così mi sembra) senza. Il caldo e l’umido sono terribili e così, tutto sommato, mi sento meno in colpa e inadeguata. Diversi bambini sudatissimi poi lo tolgono. Olè! Il primo intoppo si risolve da solo.

Il primo giorno di scuola ho provato moltissime emozioni:  l’ingresso in cortile è buffo, per fortuna: siamo tutti carichi come usciti dal supermercato -  evito qui polemiche sui tagli alla nostra Scuola Pubblica – sacchetti che si rompono...
Gli zaini sono coloratissimi, è un bel colpo d'occhio, Anna mi stringe più forte la mano: dobbiamo trovare l’albero giusto... una volta trovato ci avviciniamo ai bimbi e alle mamme che conosciamo dalla scuola materna… mano nella mano.
Il primo appello è divertente, con i cognomi difficili dei bimbi stranieri e gli accenti sbagliati su quelli italiani... poi tutti per l'accoglienza in mensa grande. Finalmente la tensione si scioglie e si va in classe....
Il primo giorno di scuola ho imparato sulla mia pelle che anche io sto crescendo e devo crescere con mia figlia e che il disegno che abbiamo dipinto insieme e che le fa compagnia tutti i giorni appeso sul muro è un bel segno dell’inizio di un percorso lungo di conoscenze fondamentali, fatto in compagnia di nuovi amici.

Il primo giorno di scuola, quando ho salutato Anna, mi sono commossa, perché ho rivisto in quello sguardo, per un attimo, lo sguardo della mia piccola neonata, quando ha iniziato a guardarmi, uno sguardo che lei non ricorda, ma che io e il suo papà conserviamo nel cuore e a volte, in certi sguardi, ritroviamo nei suoi occhi.

Il primo giorno di scuola ho pensato e mi sono riletta questo passaggio de il Profeta e come sempre mi ha dato la visione "dall'alto" che cercavo.

I vostri figli non sono i vostri figli.
Sono i figli e le figlie della brama che la Vita ha di sé.
Essi non provengono da voi, ma per tramite vostro,
E benché stiano con voi non vi appartengono.
Potete dar loro il vostro amore ma non i vostri pensieri,
Perché essi hanno i propri pensieri.
Potete alloggiare i loro corpi ma non le loro anime,
Perché le loro anime abitano nella casa del domani, che voi non potete visitare, neppure in sogno.
Potete sforzarvi d'essere simili a loro, ma non cercate di renderli simili a voi.
Perché la vita non procede a ritroso e non perde tempo con ieri.
Voi siete gli archi dai quali i vostri figli sono lanciati come frecce viventi.
L'Arciere vede il bersaglio sul sentiero dell'infinito,
e con la Sua forza vi tende affinché le Sue frecce vadano rapide e lontane.
Fatevi tendere con gioia dalla mano dell'Arciere;
Perché se Egli ama la freccia che vola, ama ugualmente l'arco che sta saldo.
(Il Profeta di Kahlil Gibran)

domenica 13 novembre 2011

Silvio B.

Cosa scrivere di questa strana domenica...
Una sensazione molto chiara dentro me e lo dico sinceramente è che nei 3336 giorni in cui lui ha governato, più di Andreotti e De Gasperi, per dire, più di chiunque altro, modo e tempo per convincermi e portarmi dalla sua lo avrebbe avuto.
Il mio presidente del consiglio, invece, non ha fatto nulla per cui io fossi fiera di lui. E non lo dico, oggi, solo con rabbia.
Voglio dire che avere un presidente che non hai votato, che pensa al futuro dell'Italia in un modo diverso dal tuo, capita, ma qui siamo andati molto molto oltre.
La corruzione, i legami con la mafia, l'agiotaggio e i favori per le sue aziende.
Il "meglio che essere gay" "obama abbronzato" "orchidea" "la villeggiatura e non i campi di concentramento" il "trovatevi un marito ricco" "nipote di mubarack" "maggiorenne" tutto questo e molto altro non è ridicolo.
E' una triste deriva culturale, politica, democratica, del linguaggio e dei comportamenti che sarà complicato (a dir poco) risanare.
La consapevolezza del Bene Comune, il futuro da disegnare, che va disegnato, per questa nazione, il senso civico, il rispetto della verità sono temi scomodi, pesanti e forse noiosi.
Ma se non ripartiamo da qui, allora siamo finiti, cerchiamo un nostalgico video di Drive in, addormentiamoci sui nostri divani e aspettiamo un'alluvione.